24 aprile 2010

Empatia

Credo che la sensibilità sia la capacità di provare una forte empatia (la capacità di comprendere cosa un'altra persona sta provando).

La sensibilità non è soffrire facilmente, non è la sofferenza per le piccole cose che gli “animi ottusi” non possono comprendere.

Lo dice la parola stessa, sensibilità, da sensi, cioè la facoltà di percepire l’ambiente esterno. Una persona che crede di essere più sensibile di altre per il semplice motivo che ha la lacrima facile, che si sente giù un giorno su due, è piuttosto una persona assordata dai propri sentimenti, incapace di ascoltare quelli altrui e di rendersi conto che stupidi o intelligenti, belli o brutti, abbiamo tutti e alla stessa maniera “un mondo nel cuore”.

7 commenti:

  1. è vero, concordo, però il fatto di considerare sensibile una persona "dalla lacrima facile" non ha stravolto il termine sensibilità, perchè tanti ancora pensano che sensibilità = empatia. E' vero che alcuni hanno storpiato il suo significato originale, ma questi per ora restano una minoranza.

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  2. Mah, sarà che sono sempre stato convinto che l'italiano ha troppi sinonimi inutili, ma per me uno sensibile è uno con la lacrima facile...uno che capisce quello che provano gli altri è semplicemente empatico, visto che esiste il temine perchè non usarlo?

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  3. No, perchè "sensibile" ha una connotazione positiva, per cui secondo me mal si addice alla categoria di persone di cui parli. Non amo molto le discussioni riguardo il significato delle parole, dato che è soggettivo, ma in questo caso credo che il significato ambiguo non sia del tutto innoquo. Basta vedere alla recente (e forse già finita) moda degli emo, che ricicla in maniera superficiale il tema romantico della "glorificazione nel dolore", cosa che io trovo stupida.

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  4. La connotazione è positiva o negativa anche a seconda del contesto. Se sappiamo che il contesto è stupido, di solito riusciamo ad interpretare il vero senso delle parole...credo...

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  5. E' che non possediamo in noi in maniera innata il concetto di sensibilità, i suoi significati e il valore morale associato ad essi. Così se da qualche parte imparo che essere sensibili è una virtù, da qualche altra parte imparo che una persona sensibile è una persona tendente più di altri a cambiare umore per piccole cause, mi ritrovo nella descrizione di questa persona e il gioco è fatto: sono una persona sensibile, dunque virtuosa. C'è un errore però, perchè non ho tenuto conto che anche se le altre persone non manifestano quanto me le loro emozioni non significa che non le provino nella stessa misura. Inoltre, dato che sono una persona sensibile, so anche capire le altre persone. Altro errore, dovuto al doppio significato di "sensibilità".

    Non dico che il fraintendimento sia meccanico come l'ho descritto, ma così mi spiego l'atteggiamento di alcune persone, o una moda come quella emo.

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  6. Beh, si senza dubbio è così allora. Purtroppo infinite serie tv e programmi adolescienziali ti remano contro però! ;)

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  7. Quanto odio il senso e la morale comuni inculcati da quelle serie e programmi tv. Ha una pessima estetica.

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