25 luglio 2011

Breivik

Con il caso del norvegese invasato in corso, è stato reso noto che la legislazione norvegese prevede al massimo una pena di 21 anni di carcere, qualunque sia il crimine commesso, o almeno questa è la versione che ho letto.
Ho anche sentito dire che qualcuno abbia polemizzato su ciò (non ho idea di chi).
Secondo me il limite posto alla pena è ragionevole (21 anni sono comunque un'enormità, credo inconcepibili anche per un anziano).

Ora forse non farò altro che ripetere opinioni e pensieri che circolano da almeno 300 anni, però secondo me la pena di un qualsiasi reato non dovrebbe avere il significato di una vendetta. Dovrebbe fungere innanzitutto da deterrente, secondariamente come una rieducazione.
Molta gente non la pensa allo stesso modo, perchè associa l'idea di giustizia alla possibilità di vedere vendicato il torto subito, mentre in realtà che il colpevole soffra non giova a nessuno.
(Può darsi che porti sollievo all'umore di chi ha subito il danno, ma tale sollievo è "moralmente sbagliato". Potremmo tranquillamente discutere al di là dell'etica e a quel punto dovremmo anche legittimare il criminale con il suo crimine: secondo me la discussione perderebbe di significato).

Il ruolo rieducativo della pena è complicato dal fatto che essa dev'essere allo stesso tempo un deterrente. Se il carcere è un bel posto dove stare, la paura di andarci diminuisce. Per quel che mi riguarda, 21 anni, l'ergastolo e la pena di morte hanno lo stesso potere deterrente e ne sono una prova gli stati in cui è ammessa la pena di morte, dove si delinque come o di più che negli altri (magari dovrei citare delle fonti, ma non sono un giornalista e questo non è un blog serio).
Forse, dopo 21 anni passati in prigione l'autore della strage di questi giorni potrebbe essere ancora pericoloso e deciso a compiere un altro massacro, ma questo lo stabilirà chi di competenza tra gli addetti al rilascio.

In conclusione penso che chi si sconvolge per l'assenza della parola ergastolo nelle leggi norvegesi, non abbia riflettuto molto sul suo significato, nè sul significato della legge stessa.

20 luglio 2011

Anna Frank

Ciao,
è tanto che non scrivo qui, un po' per mancanza di idee, un po' per mancanza di idee buone.
E parlare sempre dei massimi sistemi annoia me prima ancora che voi.
Comunque sia il blog non è stato abbandonato, so che mi tornerà utile prima o poi, e quella volta non dovrò stare ad aprirne un altro (questo ha anche un bel titolo!).

L'argomento del post è il Diario di Anna Frank. Fino a qualche giorno fa non avevo nessun interesse a leggerlo, poichè in generale di fatti, testimonianze, racconti e quant'altro riguardanti il nazismo sono piuttosto stufo. Sul tema molto si fa per ricordare, rendere partecipi, ammonire... senz'altro un bene; però nel tentativo di farsi sentire da chi ha le orecchie turate dal cerume si finisce col stancare quelle di chi ci sente.
Quindi, consapevole da molti anni dell'esistenza e importanza del Diario, ho scelto solo questo lunedì di leggerlo, incuriosito dai testi di un album musicale di cui dico due cose tra un attimo.

Anna inizia a scrivere il diario che ha 13 anni, tuttavia scrive meglio di me e te messi assieme. E' intelligente e soprattutto sensibile (stessa cosa?) fuori dal normale, è un'acuta osservatrice degli altri e di sè stessa, le sue riflessioni sono semplici e coerenti, per nulla banali. In poco tempo leggendo mi sono affezionato, sempre più fino alle ultime pagine, in cui sarebbe così bello poterla avvertire di quello che sta per succedere, dirle di scappare... Ma ormai è già successo tutto, più di 60 anni fa, e il dispiacere che mi da questo diario troncato, il sapere a quale destino è andata incontro Anna è un memento più forte di qualunque foto di anonime carcasse ammucchiate nei fossi, o di qualsiasi altra orrenda descrizione.

Sono rimasto affascinato dal Diario di Anna Frank e dalla sua autrice e per questo, se non l'avete già fatto, vi consiglio di leggerlo.
A me il consiglio è stato dato, come accennavo sopra, da un album: In The Aeorplane Over The Sea, dei Neutral Milk Hotel, album meritatamente famoso (non in Italia, certo! :) ) ispirato al cantante dal Diario di Anna Frank.