31 dicembre 2010

Daft Punk - Tron Legacy

Derezzed.

E' già un po' di tempo che è uscita, che l'ascolto distrattamente ma ripetutamente, più per il rispetto reverenziale che ho verso il duo parigino che per una vera passione.

Fatto sta che è vero, i Daft Punk sono tornati e sono in forma.

I suoni sono quelli dei vecchi album, nessuna delusione per i vecchi fan.

Forse hanno deciso di giocare sul sicuro e continuare a fare quello che sanno fare bene, senza osare.

Forse invece il punto è un altro.

Bisogna ricordare che l'album uscito è una colonna sonora, e non una qualsiasi.
E' la soundtrack del seguito di una delle pietre miliari del cinema fantascientifico.
Tron Legacy.

Non si può quindi guardare la musica come fine a se stessa, bisogna guardare all'effetto che ha fatto su chi l'ha ascoltata guardando il film.

La sorpresa di questo ritorno sta infatti nell'essere riusciti a spostare l'attenzione del pubblico dagli spettacolari effetti in computer grafica al lato sonoro della pellicola.

Ci troviamo all'inizio di una nuova generazione cinematografica, quella inaugurata da Avatar, dove è la bellezza visiva di una scena a venire posta in primo piano, lasciando uno spazio quasi irrilevante al resto. 
Musica, trama o recitazione non sono più ciò che spinge il pubblico a pagare per entrare al cinema.
E' la bellezza avvolgente e mozzafiato di una scena spettacolare in 3D a far cadere i popcorn.

Non è facile quindi creare un tale hype attorno ad una colonna sonora.

E qui entra in gioco la presenza scenica dei Daft Punk.
Chi meglio di loro può musicare Tron?
Esteticamente loro sono già dentro al film da anni, si fondono con la sua tanto desiderata estetica.
Escono dallo schermo non solo per gli occhialini 3D, ma ti prendono per mano grazie alla loro notorietà, trascinandoti nel mondo virtuale del film senza fatica.

Ti fanno sentire al sicuro grazie alla loro musica.
Mentre le scene scorrono sono i loro elmetti luminosi a rimanerti in testa.

Di nuovo bravi.



29 dicembre 2010

Socializziamo

Avevo voglia di scrivere un post sulle cazzate che stanno facendo i Gorillaz e i Non-più-Oasis, ma sono cose troppo penose per parlarne.

Quindi ho sistemato un paio di cose, e qui a lato trovate il nostro Tumblr.

Che sì, è bello e inutile, ma ultimamente ci sono molti 'addicted' in giro.

E noi abbiamo bisogno di visite.

:P

25 dicembre 2010

A Christmas Tale

C'era una volta un apprendista chimico, che di chimica se ne intendeva.

Nella sua famiglia tutti erano molto colti, perfino il cane aveva una laurea (benchè in scienze della comunicazione), e in questo clima stimolante l'apprendista chimico sviluppò un sincero interesse verso le scienze umane e naturali.

Un giorno suo padre, laureato in antropofagia, gli disse: “figliolo, se vuoi essere felice devi cibarti di gente felice.”

Da quel momento nel nostro caro apprendista chimico, che di chimica ancora non ne sapeva nulla e voleva piuttosto andare a studiare psicologia, crebbe un forte desiderio: comprendere la natura materiale delle emozioni umane.

Per questo motivo imboccò la strada del chimico.

Dopo aver appreso i fondamenti della materia, si dedicò a una branca che definire d’avanguardia è dire nulla! Fino a quel momento davvero in pochi, per lo più poeti, si erano interessati alla Chimica dei Sentimenti (con risultati pessimi).

Così l’apprendista chimico si procurò un po’ di cervelli e li frullò ben bene, e rinchiuso nel suo piccolo laboratorio lavorò giorno e notte per molti giorni e molte notti, fino a che, dopo molti errori e altrettante esclamazioni di disappunto, riuscì a ottenere il suo primo distillato.

La rabbia pura, d’un rosso porpora, ribolliva violentemente nell’alambicco.

Tutto eccitato l’apprendista chimico sottopose immediatamente il liquido alle consuete analisi e non ci volle molto per trovare la formula chimica della rabbia. Un’altra carrellata di cervelli da frullare ed ecco estratta la gioia, liquida e cristallina, ma molto volatile!

Ormai l’apprendista chimico aveva preso la mano e una dietro l’altra distillò tutte le emozioni, amore e odio, paura e coraggio, e così via.

Quando ebbe scritto anche l’ultima formula chimica, il suo cervello, troppo pieno di consapevolezza, esplose, macchiando tutte le pareti.

Natale.

A.k.a. "Preparatevi, il mio collega sta pensando ad un post."


12 dicembre 2010

Al-Qaida and the butterfly effect

Teenegerezza

Perché il mio collega non è più un teenager.
Perché gliel'avevo promessa.
Perché mi piace, e perché ho una frase per introdurla:
"E' come sedersi sul water e sentire la tavoletta calda."



7 dicembre 2010

Il Vaticano ha purtroppo gradito.

I fatti sono chiari:
Ci sono un australiano coi capelli bianchi, uno di quei personaggi da film fanta-tecnologico, prima un hacker, un attivista, uno di quelli a cui piace infilarsi nei database del governo americano, un padre separato, uno studente di matematica, fisica, neuroscienze, uno che alla fine decide di darsi al "giornalismo". 
E poi c'è il resto del mondo occidentale.

Un giorno, a questo ragazzo, che potremmo chiamare Capelli d'Argento o Julian Assange, come preferite, salta il matto di iniziare a pubblicare ininterrottamente documenti segreti, che descrivono a tappeto quello che stanno facendo gli stati uniti in giro per il mondo. Sono file statunitensi, recuperati per vie traverse, grazie al 'tradimento' di un giovane dell'intelligence nordamericana, fatto sta che sono brutalmente veri, chiari ed ogettivi.

Non importa se questa pubblicazione sia giusta o meno, se metta a rischio delle vite (cosa che viene sventolata come spauracchio, ma che non ha ancora avuto una prova a suo carico).
Ciò che importa è quello che succede dopo.

Due donne, con cui il nostro Capelli d'Argento era stato a letto tempo fa, decidono di sporgere denuncia per "molestie sessuali". 
Cos'è una molestia sessuale, qui in Italia, pensiamo di saperlo bene, il problema è che in Svezia sono avanti anni luce su 'ste cose. 
Assange è infatti accusato di non essersi voluto sottoporre ad un controllo medico sulle malattie sessualmente trasmissibili dopo aver avuto rapporti non protetti con queste due donzelle. Sono completamente d'accordo che questo sia un reato, ma il fatto che venga tradotto come "STUPRO" mi fa un po' girare le balle.

L'Interpol infatti non è solita mobilitarsi in pompa magna per tali baggianate.

Che allora ci sia qualche altra motivazione dietro all'arresto di questo personaggio? Mi sembra evidente.

Il punto è, citando Metilparaben, ora cosa ci distingue dall'Iran?

5 dicembre 2010

Complessità

Non capisco la teoria dell'evoluzione.

Capisco che la vita, per quanto sia un fenomeno incredibile e infinitamente
improbabile, possa essersi formata per caso.
Riguardo a questo c'è un esempio abbastanza convincente: sto giocando a carte e
ne pesco sette. La probabilità che su tutto il mazzo uscissero proprio le sette
carte che ho pescato, per giunta nell'ordine in cui le ho pescate, era bassissima
eppure sarebbe stupido sorprendersi del fatto che è successo. Così è altrettanto
stupido sorprendersi di esistere solo perchè era così improbabile.

Quello che non riesco a capire è come la vita possa essersi evoluta fino a dare
forme così complesse. La teoria dell'evoluzione sostiene che la complessità è frutto
di una lunghissima selezione da parte dell'ambiente sugli individui, i quali
possono subire mutazioni genetiche favorevoli o sfavorevoli alla loro sopravvivenza.
Ci sono delle implicazioni:
E' molto probabile che la mutazione sia sfavorevole, perchè è casuale: quando si
modifica a caso qualcosa di complesso è difficile che continui a funzionare.
Una mutazione può essere favorevole e sfavorevole allo stesso tempo per aspetti
diversi. Nel caso che i benefici prevalgano comunque l'individuo si porterà dietro
anche l'aspetto negativo.
E' necessario che ogni trasformazione sia, se non positiva, almeno innoqua, e questa
è la cosa che capisco meno. Prendiamo l'esempio scontato dell'occhio.
Ovviamente non è successo che da un individuo senza occhi, TAC, mutazione, individuo
con gli occhi. I nostri occhi sono il prodotto di milioni di passaggi evolutivi(dico milioni ma
è un numero a caso), milioni di "occhi" intermedi. E ognuno di questi passaggi doveva essere utile al portatore, doveva funzionare in qualche modo.
Questo non lo capisco. L'occhio
è qualcosa di incredibilmente complesso, ed è fatto di cellule che collaborano tra loro estremamente complesse, e si potrebbe continuare a scendere a livello sempre più microscopico, dove ogni piano è dotato di una sua complessità individuale e inimmaginabile.
Ebbene la formazione di un occhio attraverso mutazioni CASUALI già di per sè
sarebbe qualcosa di estremamente difficile, se poi si aggiunge la regola che
ogni passaggio dev'essere utile e funzionante, dall'inizio alla fine, allora non capisco.
E questo vale per ogni parte del corpo, e tutte le parti devono funzionare
in "simbiosi", così che il mutamento non solo dev'essere positivo per la parte che lo
subisce, ma anche per quanto riguarda tutte le interazioni con le altre parti.

Fermo restando che la teoria dell'evoluzione è provata, e che le alternative in circolazione
sono ridicole, o essa è incompleta, o viene divulgata in maniera semplicistica...
oppure tutto il tempo trascorso da che è comparsa la vita è stato evidentemente sufficiente,
nonostante le probabilità obiettivamente basse per ogni cosa.

Intanto, beccatevi le proteine che camminano (a un certo punto compare una donna nuda!):



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