3 aprile 2010

No, non è antisemitismo.

Facciamo finta di essere nei primi anni '70. Avete tra i 14 e i 17 anni. Aggiungiamo anche che magari, sfortunatamente, siete molto cattolici (malattia ereditaria che purtroppo miete molte vittime anche al giorno d'oggi). La vostra educazione vi ha insegnato a diffidare degli hippies e del rock'n roll. Siete voi la gioventù promettente, quella con principi sani e soprattutto saldi.
Fatto sta che una tiepida mattina di primavera vi svegliate, il sole splende e tutti sono felici. Voi no: avete appena sognato il vostro migliore amico nudo. 
Ebbene sì, siete in un bel guaio: siete malati! Dovete reprimere i vostri istinti, non potrete mai più avere una vita normale. Nè moglie nè figli. Nessun lavoro di successo, nessuna speranza di carriera: non potete rischiare di venire scoperti nel peccato. State male per giorni, mesi, non sapete che fare. Finchè non vi viene in mente la soluzione, certo, è ovvio! 
Entrate in seminario.
Studiate lunghi anni, fossilizzando la vostra sessualità a quella di un sedicenne represso. Convivete con persone con gli stessi vostri problemi. Avete bisogno d'affetto, e ne concedete molto in cambio. Siete diventati dei bravi pastori, il vostro gregge è soddisfatto e trae molti benefici dal vostro lavoro.
In fondo però siete solo dei sedicenni: cosa c'è di male ad aiutare dei ragazzi della vostra età? Magari anche un po' più piccoli, è amore fraterno in fondo.
Voi lo sapete di essere malati, ma i peccati li commettono tutti. E poi potete farveli perdonare, no?
In fondo non sono vittime, stanno solo giocando, come fate voi.


Non è un crimine, altrimenti verreste puniti.

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