7 novembre 2010

L'etichetta

Etichetta non nel senso di "seguire l'etichetta", ma in quello di cartellino, con un nome, un logo, un prezzo.

Mi spiego meglio: nel paesucolo dove sono cresciuto si sta finalmente cercando di fare qualcosa che vada oltre la mera esistenza vegetativa.

Mi spiego ancora meglio: ci sarebbe questo gruppetto di amici che vuole costruire un sostrato culturale per abbattere il muro di inutili banalità e nulla che ci circonda.

E grazie al cazzo, voi direte.
Perchè sono sicuro che la puzza di muffa la sentite pure voi.

Non voglio spiegare ora quello che si vuole, e quello che non si vuole fare, non è questo né il luogo, né l'occasione.

Volevo parlare del problema che mi gira per la testa da qualche settimana.

E si torna all'etichetta.

Io mi chiedo:

C'è veramente bisogno di sottostare alle realtà più grandi e pre-costruite per costruire qualcosa di credibile e solido?

Non riesco a darmi risposta.

Più precisamente intendo (e, fanculo, facciamoli finalmente un po' di nomi): devo per forza aderire a Sinistra, Ecologia e Libertà o diventare una "Fabbrica di Nichi" per poter costruire qualcosa nel mio piccolo?

Certo, c'è bisogno di finanziamenti, c'è bisogno di organizzazione, c'è bisogno di una rete di contatti, c'è bisogno di arrivare a più persone possibili...ma è veramente così difficile raggiungere tutte queste cose da soli?

Non conosco la risposta, davvero.

Conosco invece quanto è facile venire strumentalizzati.
Conosco quando le buone intenzioni di alcuni vengono sfruttate da altri "per far carriera" o "perché fa figo".
(e, fanculo, facciamoli anche qui i nomi: Giovani Democratici)
Conosco quanto siano diffusi i pregiudizi, e quanto una buona idea possa venire ignorata per colpa di un colore, di un titolo scritto male, di un apostrofo.

Ora ci vorrebbe una conclusione, ma non essendoci ancora una risposta alle mie domande, non è possibile trovare nemmeno un modo decente di chiudere questo post. Quindi, concretizzando la cosa invece di continuare a parlare, verrà chiuso.

3 commenti:

  1. Nemmeno io lo so, però credo che il successo, soprattutto di un gruppo indipendente, dipenda dalla forza di volontà. Bisogna essere motivati per sopravvivere, lo dice anche la selezione naturale!

    RispondiElimina
  2. La motivazione la darei come punto zero nel mio discorso, il problema è: ci vuole anche altro?

    RispondiElimina
  3. Sì il mio commento sopra alla "se lo vuoi tutto è possibile" suona abbastanza banale, ma intendevo dire che è così difficile che un gruppo di persone rimanga seriamente motivato quando si tratta di un'attività del genere che arrivare a discutere dei problemi secondari a ciò sarebbe già un gran traguardo. Penso comunque sia possibile nascere dal nulla e senza aiuti, internet in questo offre molte opportunità, basta pensare ai blog iper-visitati come Spinoza. E' da vedere però se conviene essere autonomi, e questo dipende molto dallo scopo che il gruppo si prefigge.

    RispondiElimina