13 febbraio 2011

Commerciale

E' difficile al giorno d'oggi essere giovani e non avere niente a che fare con la musica.
Posso non interessarmi al teatro, o alla danza, o alla lettura, posso evitare qualsiasi sport. Ignorare il cinema è già più difficile; ma non avere alba in fatto di musica non credo sia possibile.

La musica non ha bisogno di un bagaglio culturale per poter essere apprezzata, nè di una predisposizione naturale, nè di concentrazione, e, se lo scopo di un'arte è quello di esprimere l'interiorità di chi la fa e suscitare emozioni in chi la "consuma", la musica è probabilmente l'arte che ci riesce meglio.
Questo ne fa un fenomeno complesso, oggetto di diverse catalogazioni.

Una prima, grande scissione nell'idea di musica è evocata dal concetto di "musica commerciale", il quale ha di per sè una connotazione negativa, a prescindere dal suo significato.
La musica commerciale non è definita come genere musicale, ma è caratterizzata dal fatto di essere presente in certi ambienti pubblici adibiti allo svago, come bar e e discoteche, ma anche negozi e centri commerciali, oltre che essere trasmessa dai mezzi di comunicazione di massa (tv e radio).
Inoltre è accomunata dal fatto di non essere mai innovativa, in quanto viene selezionata
per le sue melodie e ritornelli collaudati.

Le reazioni della gente a questo genere di musica non sono molto varie: la musica commerciale piace a tutti. C'è però chi la disprezza, chi no e chi non conosce altri generi di musica.
Chi la disprezza spesso non ha una grande cultura musicale. L'idea che mi sono fatto è che quando si parla di musica commerciale con queste persone, la qualità e la bellezza di una canzone si evincono dal tipo di suono: chitarre elettriche = rock = bene, pianole ed effetti = pop = male. Quelli che invece hanno cultura musicale e ugualmente disprezzano la musica commerciale, semplicemente seguono la buona e vecchia filosofia del "sono figo perchè so cose che mi distinguono dalla gente comune", e così la musica mainstream è brutta, perchè piace al popolo bue.
Il cosiddetto popolo bue è quell'insieme di persone che ascolta solo musica commerciale e le cui canzoni nel lettore mp3 non superano i 5 minuti. Non si tratta di una reale preferenza dettata dal gusto dell'ascoltatore, quanto piuttosto dalla politica musicale di MTV, o dalle scelte dei pubblicitari.
Tutto dipende da quanto una canzone viene fatta sentire, perchè potenzialmente qualsiasi cosa può piacere.
La musica poi ha il pregio di legare a sè le emozioni del momento in cui la si ascolta, ad esempio se sono ad una festa e mi sto divertendo e c'è una determinata canzone che fa da sottofondo al mio divertimento, allora questa canzone mi piacerà anche dopo. La musica commerciale piace per questo: viene fatta ascoltare in vari momenti e si lega alle emozioni di quei momenti.
Questo non accade per il resto della musica.
Quello che mi interessava veramente dire in questo
post è che quasi tutta la musica potrebbe essere potenzialmente "commerciale", basterebbe farla ascoltare.
Questo però non significa che la musica che adesso viene considerata commerciale
abbia la stessa qualità di quella che non lo è. Proprio perchè la musica è fonte di guadagno,le canzoni che vengono selezionate per diventare commerciali devono piacere, ed è meno rischioso scegliere una canzone simile a una canzone che già piace piuttosto che scommettere sulle sperimentazioni. Questo fa sì che la musica commerciale sia limitata e ripetitiva (non brutta).

Non credo che intendersene in fatto di musica sia una qualità imprescindibile, probabilmente non è neppure una qualità. Però se ci fossero meno pregiudizi e più curiosità riguardo ad essa, sarebbe certamente un bel vantaggio per ognuno.

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