12 giugno 2010

Bernoulli!

Inizio che non so bene che scrivere. In realtà qualche mezza idea ce l’avrei, ma non saprei costruirci sopra più di una frase, quindi temporeggio, confidando nel fatto che abbandonandomi a un semi flusso di coscienza qualcosa di buono ci tiro fuori.
Potrei iniziare descrivendo la cucina dove ora mi trovo. È un classico iniziare così un flusso di coscienza. Ecco, metto le mani avanti per proteggermi dalle accuse di banalità. D’altronde sono senza idee sostanziose, e per un diabolico meccanismo di cui voi lettori siete gli ingranaggi sono costretto a scrivere qualcosa: se voglio che la gente visiti spesso questo blog devo mantenere una certa frequenza nelle pubblicazioni, ed è così che la qualità si abbassa. È colpa vostra!
La stanza è abbastanza piccola e inspiegabilmente alta, così a occhio quattro metri. Gli unici elementi positivi che contiene sono delle palline da giocoliere e una tazza dove ho bevuto il tè appoggiata al tavolo. Ci sono disegnati degli abeti di natale senza tronco e con un solo occhio che ballano felici. Ho guardato meglio: hanno sì un solo occhio, ma dentro ci sono due pupille, quindi non sono poi così strani.
Naturalmente è un flusso di coscienza molto tarocco, non scrivo mica tutto quello che penso, e poi mi fermo spesso ad ascoltare la musica che sta suonando sul computer. Il resto della stanza non è interessante.
Spicca per bruttezza il calendario, che raffigura ogni mese dei bambini nell’età in cui la nudità non suscita ancora problemi etici, posti in situazioni che nell’intento del fotografo dovrebbero essere tenere e simpatiche. Ad esempio per il mese di giugno ci sono tre bambini nudi e di schiena seduti su un muretto finto, che spunta tra erba e fiori di plastica, il tutto davanti a un intenso sfondo giallo. Indossano berretti fatti con un foglio di giornale e hanno le orecchie a punta (ritoccate a computer come tutto il resto), tant’è che sembrano folletti flaccidi. Sotto alla foto c’è scritto “siam tre piccoli porcellin…”. Ah. ah. ah.
So che queste descrizioni mancano di particolari crudi o schifosi (i più interessanti) è che la mia cucina purtroppo è estremamente normale! Il massimo disagio è offerto dal sacco della spazzatura, che reclama il diritto a essere cambiato emanando un fetido odore di cibo putrescente. Ma d’altra parte Shiny Istat segnala che il lettore medio di questo blog puzza.
Qualcuno avrà smesso di leggere da un pezzo, giustamente, ma per te che sei arrivato fin qui viene la parte con un minimo di contenuto: sebbene come accennato agli albori il tema centrale del blog sia “cravatte”, mi prenderò la libertà di parlare di occhiali da sole.
Trovo che gli occhiali possano essere un utile strumento per accrescere l'autorità e il carisma, prima ancora che per ripararsi dalla luce. Chi non è d'accordo sul fatto che chiunque con il giusto paio di occhiali può sembrare figo? E un viso con gli occhiali (da sole) è o non è più autorevole dello stesso viso senza? Un po’ come un mantello dell’invisibilità ci coprono gli occhi vestendo la nudità dei nostri sentimenti e camuffandoli con uno sguardo duro e inespressivo. Protetti dalle lenti oscuranti abbiamo la possibilità di scandagliare gli sguardi altrui in tranquillità, senza apparire indiscreti. Ci sono anche degli svantaggi però! Conferiscono al viso, tra le altre cose, un aria vagamente elitaria e sprezzante, e quando parlo con qualcuno che li porta mi sento un po’ a disagio proprio per i motivi che sopra ho elencato come vantaggi.

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