20 agosto 2010

Critica alla critica musicale

Trovo che una buona parte della critica musicale sia inappropriata. In
particolare è inappropriato il linguaggio utilizzato dai critici per
elogiare/condannare il gruppo musicale di turno. Sembra quasi che lo
scopo sia quello di esagerare ogni cosa, utilizzando il linguaggio più
forbito possibile. Supponendo che non si facciano di LSD ogni volta
che devono ascoltare un album, non capisco da dove tirino fuori
espressioni come “un lancinante urlo elettronico liberatorio”,
“sfasatissimo universo bucolico”, “fa gelare il sangue nelle vene e
disorienta”, “maestosa potenza wagneriana”, "buchi neri sonici",
“micro-polluzioni melodiche”, “pacate tinte pastello”, “incedere
contagioso e arioso”. E tutto questo riferito non solo ad album
eccellenti, ma anche a quelli di bellezza mediocre. Immagino che
codesti signori non provino davvero quello di cui parlano. La critica
musicale, oltre ad essere falsa, è pure inutile nel suo scopo, in
quanto la musica è un’arte immediata che non necessita spiegazioni e
tanto meno di un esperto che ti dica cosa si prova ad ascoltarla.

La critica musicale è molto utile: ascoltare musica è un piacere, ma
spesso richiede un certo impegno. Certo non mi riferisco ai motivetti
orecchiabilissimi che passano per radio; ma chi ha voglia di mettersi
ad ascoltare un album di tre tracce da 10 minuti l’una? Per poi
scoprire, dopo un po’ di ascolti, che è molto più bello dei
sopra-citati motivetti. Ecco che la critica gioca un ruolo utile:
instillare un pregiudizio positivo nel potenziale ascoltatore, il
quale è meglio predisposto a farsi piacere un album, se sa che degli
esperti lo ritengono bello. Essa è inoltre utile a pubblicizzare
gruppi di cui altrimenti non avremmo notizie (è sufficiente guardare
MTV per rendersi conto di cosa saremmo all’oscuro senza internet).
Quindi ben venga la critica musicale, però il contenuto e il
linguaggio usato mi lasciano sempre “scocciato”.

E ora vi lascio alle note di Sometimes dei My Bloody Valentine. L'album da cui proviene l'ho ascoltato solo grazie alla buona parola dei critici, poichè ai primi ascolti è solo rumore. E' l'album migliore che ho ascoltato quest'anno (che non conoscessi già).


2 commenti:

  1. Probabilmente, dovendo ascoltare più volte diversi album al giorno, e dovendo scrivere qualcosa di leggibile e non monotono, chiunque finirebbe con l'inventarsi monate del genere. O magari è solo un codice da rispettare se vuoi fare il critico.

    Nei miei feed ne ho diversi di critica musicale, e ho imparato che prima di leggere gli articoli devo contare il numero di stelline vicino al titolo dell'album. Fa risparmiare un sacco di tempo! ;)

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  2. In simili frangenti va presa in considerazione l'ipotesi che la teoretica della critica per il suo stesso artefice non sia altro che un'heideggeriana ricerca di un linguaggio in cui possa abitare l'essere.

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