23 settembre 2010

Nuclear

Nucleare. Inerente al nucleo, credo voglia dire.
Ci sono molte cose nucleari, ad esempio l'energia. Poi ci sono le esplosioni, poi la fisica, e poi tante altre cose che non sto ad elencare più perché non mi vengono in mente che perché non abbia tempo.

Le opinioni sulle ultime due cose ce le ho abbastanza chiare, le esplosioni sono male e la fisica è bene.

Le idee sono invece confuse riguardo all'energia.
E se ne parla molto.
Cioè, se ne parla molto e non ho ancora capito cosa penso.

Perché ci sono certi giorni in cui mi sveglio quasi ambientalista, e vorrei che il mondo funzionasse a mulini a vento, in una specie di anarchia preistorica.
Niente scorie, niente grosse centrali, niente preoccupazioni per la luce la sera.

Altri giorni invece penso che tanto il resto del mondo ci vive, quindi avere una centrale sotto casa non può di sicuro farmi più male della ferriera qui a Trieste.
Niente più soldi spesi per comprare elettricità dai francesi, niente più comizi di comunistardi invasati, niente preoccupazioni per la luce la sera.

E ancora non so decidermi, pur conoscendo i pro e i contro.
E' più forte di me.

Vi starete chiedendo perché ne parlo, e perché là in basso potete leggere la tag 'music'. Beh, è semplice, sto ascoltando i Working for a Nuclear Free City. Gruppetto inglese, primi due album nel 2006 e 2007, poi niente fino al prossimo ottobre.

Io sono un po' trepidante. 

Perché il loro lavoro, soprattutto il secondo (Buisnessmen & Gosts), che ho scoperto qualche giorno fa, sembra moderno anche adesso, nonostante ne sia passata di acqua sotto ai ponti.

Un indie-rock evidentemente di oltremanica, che lascia molto spazio a suoni insoliti, a volte elettronici a volte acustici, sempre molto tranquilli, riuscendo comunque a fondere più generi in ogni traccia.

Forse è uno dei gruppi più complicati da ascoltare  di cui ho parlato, ma se il tuo ascolto mi incuriosisce mentre studio termodinamica, hai sicuramente meritato il posto in questo blog.




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