12 settembre 2010

Torniamo alla musica.

Di nuovo a Trieste, sì, questa volta si può dire lontano dal frastuono, dalla gente, dalle automobili.
Cenetta tranquilla, litigi con la lavastoviglie, solito rapporto amichevole con la lavatrice.
Coinquilini dormienti, rumori di motorini e autobus fuori dalla finestra. 
Le luci accese del condominio di fronte che si spengono una alla volta, Bertrand Russel accasciato di fianco al letto.
Computer sulle ginocchia, sopra uno strato di lenzuola e copriletti vari.
Finalmente un po' di calma.

Si può scrivere qualcosa, 
e visto l'atmosfera non si può fare a meno di scrivere di
The Tallest Man on Earth.

Pseudonimo di un musicista folk svedese, che poco ha a che fare con la sua terra.
Sembra piuttosto il nipote di Bob Dylan, o un sosia di Chris McCandless, più probabilmente entrambi.
Le canzoni scorrono morbide, accompagnate dalla classica chitarra, rievocando più le campagne nordamericane che i fiordi nordeuropei.
Le canzoni scorrono, certo, ma la voce colpisce.
L'album si intitola The Wild Hunt, è uscito quest'anno ed è la seconda fatica dell'uomo più alto della terra.



1 commento:

  1. Certo che con gli anni che ha al povero Bertrando ed alla sua testolina oblunga potresti anche offrire un giaciglio migliore del pavimento.

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