8 ottobre 2011

i po te si




Non c'è momento migliore che dopo aver bevuto per capire l'inefficacia delle parole, il linguaggio che non trasmette niente di quello che sento omettere la virgola per un finto flusso di coscienza che in realtà dev'essere censurato anch'esso come tutto e un post che domani sembrerà o patetico o brutto o stupido o ridicolo come tutti i post.
L'argomento di cui volevo parlare l'ho dimenticato prima, era il più interessante ma ne ho altri, solo che sono abbozzati e non so come svilupparli. La Coop del paese dove abito si decora di luci lucine lucette per natale e le paiette esistono e questo insieme ad altri indizi fanno supporre che l'umanità sia affascinata da ciò che luccica più di una gazza ladra, 'che l'oro altrimenti non avrebbe avuto nessun valore fino alla scoperta delle sue lodevoli proprietà chimiche... perchè? perchè luccicare è luce e luce è conoscere e conoscere è avere salva la vita. Banale la spiegazione, ed è un peccato che ogni osservazione dei comportamenti umani sembri così facilmente spiegabile e che nonostante tutto questo la sociologia non sia una Scienza con la esse maiuscola, perchè ogni attitudine e abitudine sono spiegabili ma nessuna è prevedibile. Sto scrivendo cazzate infatti non mi preoccupo di verificare l'esistenza di un controesempio che tanto c'è sempre e poi dire una cosa quasi vera è molto faticoso per non parlare di una cosa Vera con la vi maiuscola (e non è il momento adesso di fare fatica).
Ieri al corso di macromolecole si parlava di macromolecole e ce n'era una che era una lunga catena di atomi che passava attraverso anelli di atomi come un filo per la cruna di tanti aghi. Questa molecola era stata fatta dai chimici, cioè non era "naturale", però i chimici non è che possono prendere la molecola tra le dita e infilarla in 'sti anelli, al massimo possono preparare un po' l'ambiente che sia confortevole ma poi la molecola deve infilarsi da sola. E lo fa. Lo fa ed è prevedibile che lo faccia perchè hanno inventato la termodinamica, sennò credo che lo avrebbe fatto lo stesso ma non sarebbe stato prevedibile. Però è assurdo, perchè una molecola non pensa e non ha gusto estetico, non sa che l'ordine coincide con la simmetria e quindi che gli importa di inflarsi lì e diventare così ordinata quando la stessa termodinamica sprona al disordine. Ma succede. Per ogni disposizione simmetrica tra le cose ne esistono un sacco di asimmetriche e forse è per questo e non per cattiveria che il disordine deve vincere. Eppure questa molecola sceglie di infilarsi lì, senza atti di volontà. Ed è anche il motivo per cui esistiamo, non quello metafisico che è a discrezione di ognuno, quello scientifico sì però. C'erano delle cose che non capivo della teoria dell'evoluzione (ne avevo scritto qui ), ma ho letto un saggio di un tizio che ne sa (Ernst Mayr - Biologia ed evoluzione) in cui confuta le obiezioni che avevo in testa e che tanti, tanti da meritare un libro, hanno sollevato ben prima di me. Più che la confutazione in sè stessa la conferma che le obiezioni sono già state obiettate e non sono ancora materia di studio mi rincuora, ed assieme alla molecola che attraversa gli anelli accredita l'ipotesi che per avere ordine non c'è bisogno di una volontà.

Ma forse non era così importante.

15 settembre 2011

Post N°196

Cos'hanno in comune il libro de "Lo Hobbit", i fumetti dei Peanuts, il film "Juno", le canzoni degli "Smiths" o dei "Belle & Sebastian"?
Non so. Cioè, lo so ma non so come dirlo. In tutte queste cose manca qualcosa, ma è qualcosa di negativo.
"Fermati, smettila di correre..." sembra che dicano, "ecco, bravo...ora fatti abbracciare". Sono dolci, delicati, non vogliono offendere nessuno.
I loro autori sono stati capaci di fare
qualcosa di BELLO senza dover fare appello a sentimenti ostili, senza dover puntare il dito contro qualcuno per far ridere qualcun altro, senza la pretesa manifesta di alcuna originalità e senza la necessità di un linguaggio difficile.
Hanno evitato tutto ciò che potesse appesantire il proprio
lavoro ed hanno avuto successo, non scendendo a compromessi o strizzando l'occhio a qualcuno, ma in virtù della propria leggerezza.

Stimo moltissimo e invidio la capacità di creare qualcosa di leggero e intelligente allo stesso tempo.
Per rifarmi, e per allungare un post breve, rubo ben 2 (due) canzoni da Youtube!




27 agosto 2011

seghe

Posso fare tutto quello che voglio, purchè nel rispetto delle leggi fisiche.

Che implica:

Ogni giorno ho 24 ore di tempo per fare ciò che voglio.
Pensandoci quindi ho molto tempo libero! Poi vabbè, se voglio rimanere in vita, e lo voglio, alcune ore le devo utilizzare per dormire e un altro po' di tempo mi ci vuole per mangiare.
Devo anche avere la possibilità di procurarmi un giaciglio e del cibo.
Per ora non ho problemi
dato che sono mantenuto a spese dei genitori, ma se non lo fossi dovrei utilizzare altro tempo, molto, per tenermi in vita.
Quindi volere rimanere vivi richiede molto tempo.

Poi però ho ancora a disposizione tutto il tempo rimanente!
Il problema è che non sono contento solo per
il fatto di esser vivo, ma devo pure badare ad altri desideri.Ho bisogno di amici, ho bisogno di interessi, ho bisogno di una ragazza, tutto quanto richiede tempo.
Il tempo medio di cui ho bisogno in una giornata rischia facilmente di sforare le 24 ore, mentre se voglio vivere felice, ammesso di poter soddisfare tutti i miei desideri, devo anche avere tempo per farlo.

E allora una cosa saggia da fare sarebbe evitare di avere troppi desideri. Guardare la pubblicità ad esempio può solo che peggiorare la qualità della mia vita (benchè in realtà il rischio sia basso, visto che raramente il prodotto pubblicizzato accende il mio interesse). Iniziare a fumare poi sarebbe una pessima mossa... perchè voler avere bisogno di qualcosa di cui non si ha bisogno?

Però qui interrompo il ragionamento, che è più o meno completo, perchè non era questo l'argomento di cui volevo scrivere!
Ho iniziato con
"Ogni giorno ho 24 ore di tempo per fare ciò che voglio." perchè poi volevo dire:
questa consapevolezza non modificherà le mie abitudini, perchè già faccio ciò che voglio (ma non tutto quello che voglio fare è divertente farlo, spesso serve ad evitare di fare cose ancor meno divertenti).
Però il fatto di tenere a mente che quando compio un'azione non lo faccio perchè devo, porta a farmi la domanda "cosa succederebbe se non lo facessi?", la quale mi permette di capire se sto facendo una cosa utile, e se davvero ho bisogno di farla.
E chiedersi se le proprie azioni sono utili ogni tanto è utile.

12 agosto 2011

Mind the gap

Un genere di bellezza è quello in cui più dell'apparenza oggettiva, ciò che ci si presenta davanti agli occhi, conta l'idea che noi abbiamo di tale apparenza.
Più dello scheletro di dinosauro, di per sè comunque insolito e affascinante, conta l'idea, conta il fatto che quello è uno scheletro di dinosauro e soprattutto questo lo rende bello.

Prima che iniziassero i tumulti, sono stato a Londra otto giorni con alcuni amici.
Parte della bellezza della capitale britannica, per quel che mi riguarda,è proprio dovuta alle idee soggiacenti.
E' cioè l'impressione, forte, di Londra come luogo fisico dove nascono le idee che poi circoleranno sul web, l'impressione di trovarsi in un tempio votato alla creatività, pieno di progetti e iniziative e di stimoli per progettare e iniziare.
E poi tutta l'attenzione verso la cultura e in particolar modo verso la musica, causa e conseguenza dell'enorme produzione musicale di cui la città si può fregiare, i parchi puliti e l'erba soffice, il popolo multietnico, la genialità della metropolitana e la relativa assenza di caos per le strade (rivolte inferocite a sfondo etnico a parte), i mattoncini rossi e la sporadicità dei tamarri, tutto l'insieme fa di Londra una città bella.

E tutto l'insieme è accompagnato dalla sensazione che Londra ha, da sempre, indirettamente partecipato alla mia formazione culturale; visitarla è stato come dare una forma a delle idee.


25 luglio 2011

Breivik

Con il caso del norvegese invasato in corso, è stato reso noto che la legislazione norvegese prevede al massimo una pena di 21 anni di carcere, qualunque sia il crimine commesso, o almeno questa è la versione che ho letto.
Ho anche sentito dire che qualcuno abbia polemizzato su ciò (non ho idea di chi).
Secondo me il limite posto alla pena è ragionevole (21 anni sono comunque un'enormità, credo inconcepibili anche per un anziano).

Ora forse non farò altro che ripetere opinioni e pensieri che circolano da almeno 300 anni, però secondo me la pena di un qualsiasi reato non dovrebbe avere il significato di una vendetta. Dovrebbe fungere innanzitutto da deterrente, secondariamente come una rieducazione.
Molta gente non la pensa allo stesso modo, perchè associa l'idea di giustizia alla possibilità di vedere vendicato il torto subito, mentre in realtà che il colpevole soffra non giova a nessuno.
(Può darsi che porti sollievo all'umore di chi ha subito il danno, ma tale sollievo è "moralmente sbagliato". Potremmo tranquillamente discutere al di là dell'etica e a quel punto dovremmo anche legittimare il criminale con il suo crimine: secondo me la discussione perderebbe di significato).

Il ruolo rieducativo della pena è complicato dal fatto che essa dev'essere allo stesso tempo un deterrente. Se il carcere è un bel posto dove stare, la paura di andarci diminuisce. Per quel che mi riguarda, 21 anni, l'ergastolo e la pena di morte hanno lo stesso potere deterrente e ne sono una prova gli stati in cui è ammessa la pena di morte, dove si delinque come o di più che negli altri (magari dovrei citare delle fonti, ma non sono un giornalista e questo non è un blog serio).
Forse, dopo 21 anni passati in prigione l'autore della strage di questi giorni potrebbe essere ancora pericoloso e deciso a compiere un altro massacro, ma questo lo stabilirà chi di competenza tra gli addetti al rilascio.

In conclusione penso che chi si sconvolge per l'assenza della parola ergastolo nelle leggi norvegesi, non abbia riflettuto molto sul suo significato, nè sul significato della legge stessa.

20 luglio 2011

Anna Frank

Ciao,
è tanto che non scrivo qui, un po' per mancanza di idee, un po' per mancanza di idee buone.
E parlare sempre dei massimi sistemi annoia me prima ancora che voi.
Comunque sia il blog non è stato abbandonato, so che mi tornerà utile prima o poi, e quella volta non dovrò stare ad aprirne un altro (questo ha anche un bel titolo!).

L'argomento del post è il Diario di Anna Frank. Fino a qualche giorno fa non avevo nessun interesse a leggerlo, poichè in generale di fatti, testimonianze, racconti e quant'altro riguardanti il nazismo sono piuttosto stufo. Sul tema molto si fa per ricordare, rendere partecipi, ammonire... senz'altro un bene; però nel tentativo di farsi sentire da chi ha le orecchie turate dal cerume si finisce col stancare quelle di chi ci sente.
Quindi, consapevole da molti anni dell'esistenza e importanza del Diario, ho scelto solo questo lunedì di leggerlo, incuriosito dai testi di un album musicale di cui dico due cose tra un attimo.

Anna inizia a scrivere il diario che ha 13 anni, tuttavia scrive meglio di me e te messi assieme. E' intelligente e soprattutto sensibile (stessa cosa?) fuori dal normale, è un'acuta osservatrice degli altri e di sè stessa, le sue riflessioni sono semplici e coerenti, per nulla banali. In poco tempo leggendo mi sono affezionato, sempre più fino alle ultime pagine, in cui sarebbe così bello poterla avvertire di quello che sta per succedere, dirle di scappare... Ma ormai è già successo tutto, più di 60 anni fa, e il dispiacere che mi da questo diario troncato, il sapere a quale destino è andata incontro Anna è un memento più forte di qualunque foto di anonime carcasse ammucchiate nei fossi, o di qualsiasi altra orrenda descrizione.

Sono rimasto affascinato dal Diario di Anna Frank e dalla sua autrice e per questo, se non l'avete già fatto, vi consiglio di leggerlo.
A me il consiglio è stato dato, come accennavo sopra, da un album: In The Aeorplane Over The Sea, dei Neutral Milk Hotel, album meritatamente famoso (non in Italia, certo! :) ) ispirato al cantante dal Diario di Anna Frank.


24 maggio 2011

starnutire

Prima di andare a studiare a Trieste non avevo mai sentito nessuno soffocare dentro di se gli starnuti. Nel senso, nessuno che lo facesse per abitudine.
Invece alcuni miei compagni di corso (più di uno, da qui
il mio stupore) quando devono starnutire, impediscono all'aria di uscire, attutendo il rumore. Non gliel'ho mai chiesto, ma immagino che lo facciano perchè trovano il gesto maleducato e/o schifoso. Un po' come scaccolarsi credo.
Io non mi sognerei mai di trattenere uno starnuto, infatti non lo faccio, e così le persone suddette potrebbero ritenermi maleducato, nonostante starnutire senza ritegno sia oggettivamente la cosa più ragionevole da fare.
Da qui il mio dubbio: la scelta più ragionevole coincide sempre con la scelta migliore?
Ad esempio, se tutte le persone che conosco soffocassero gli starnuti, la scelta più ragionevole (per la mia salute) continuerebbe ad essere quella di starnutire liberamente, ma in tal modo tutti avrebbero una cattiva opinione di me e in conclusione a starnutire farei la scelta peggiore. L'opinione di quei miei compagni di corso non conta molto per me, per questo continuo a starnuttire come mi pare, ma capita di dover fare scelte irragionevoli per tenere conto dell'opinione di persone che stimo. E più ci penso, più mi accorgo di fare spesso delle cose insensate, che smascherate dal loro significato formale (ma irragionevole e pretestuoso), hanno il solo scopo di compiacere.
D'altra parte parte assumere un atteggiamento di ribellione verso ogni tipo di inutile
consuetudine sarebbe più dannoso che altro perchè si darebbe l'impressione di polemizzare su cazzate (e sarebbe proprio così). Che poi potrebbe anche darsi che gli altri siano tutti d'accordo sull'inutilità di un gesto, ma nessuno conosca il parere altrui e nessuno osi rischiare. Secondo me succede spesso.
Oppure potrebbe succedere di cogliere l'inutilità di un'azione ma non
concepire che qualcun'altro possa agire in cognizione di ciò.
Tanto vale allora stare al gioco.

7 aprile 2011

Do ut des

Attenti a quelli che vi offrono il caffè. Sono persone che con meno di un euro vogliono comprare la vostra gratitudine e dare l'impressione di essere generose.
Gratitudine e stima in cambio di un euro, ottenuti con la coercizione psicologica. Un rifiuto significherebbe offendere il "gentile" artefice della trappola.

Offrire da bere a più persone invece è proprio un cattivo affare.
Spendi molto offrendo poco (ognuno riceve una sola bibita), e ottieni
poca gratitudine perchè l'offerta è rivolta a tutti senza preferenze.

29 marzo 2011

macine mangia-ricordi

Nella mente non c'è spazio per tutto.
Infatti ogni ricordo occupa uno spazietto, piccolo piccolo.
Ma molti spazietti piccoli occupano uno spazio grande; almeno quanto il vostro cervello.
Per questo dovete avere cura di scegliere bene quello che volete sapere:
la vostra testa potrebbe già essere piena e se entra una nozione da un orecchio, ne uscirà un'altra dall'altro.
Non si sa quale ricordo verrà cancellato (la scelta non spetta a noi) ma spesso ricordi inutili o vecchi sono i bersagli preferiti. NON C'E' DA FIDARSI PERO'.
Ed ecco che Puffffff, mentre preparate un bell'esame da 12 crediti, momenti della vostra infanzia felice se ne vanno per sempre.
Imparare è un gioco d'azzardo, perfino l'ingenua abitudine di leggere le etichette sulle confezioni potrebbe trasformarsi in una mostruosa macina mangia-ricordi, per cui vi consiglio di NON leggere le etichette sulle confezioni.